La nascita della prima busta in carta
Il primo sacchetto è stato coniato nel lontano 1852 dall’insegnante Francis Wolle, il quale brevettò una vera e propria macchina capace di produrre sacchetti di carta in serie. La Union Paper Bag Company è stata proprio la prima compagnia fondata dai due fratelli Wolle impegnata nella costruzione di sacchetti in carta. Ma è solo trent’anni dopo che si arriva alla busta di carta come la vediamo oggi, ovvero dal fondo quadrato o rettangolare ed i lati pieghettati, anche se ci vogliono ancora un po’ di anni per introdurre le maniglie: nel 1912 il droghiere Walter Deubener, nel Minnesota, ha la brillante idea di usare del cordoncino per formare delle maniglie.
Le prime buste di carta sono quelle standard di colore marrone e realizzate in carta kraft, che piano piano si sono sempre più perfezionate fino ad essere prodotte in ogni colore: i negozi cominciano così a farci stampare sopra i propri loghi in modo da pubblicizzarsi per la città, ed i grandi magazzini utilizzano questi sacchetti come standard in ogni dimensione. Negli anni ’70, tuttavia, con l’avvento delle buste di plastica, la carta viene messa un po’ in disparte, per ritornare poi alla ribalta al giorno d’oggi come risposta ecologica. Ma vediamo insieme come e perché i sacchetti di plastica si sono imposti nell’era moderna.
Come nascono i sacchetti in plastica?
La data ufficiale in cui si fa coincidere l’invenzione delle buste in plastica è il 1965, quando l’ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin brevetta il suo prodotto. L’idea originaria fu quella di creare sacchi di polietilene in un unico grande pezzo per Celloplast, un’azienda di imballaggi svedese. Thulin aveva l’intenzione di creare un prodotto economico e molto più resistente della carta, performante nei più svariati utilizzi, dalla busta per la spesa al contenimento dei rifiuti, fino all’ambito medico e sanitario. Le buste di carta erano infatti molto dispendiose, richiedevano l’abbattimento di milioni di alberi, e prendevano anche molto spazio all’interno dei magazzini e negozi.
Con l’avvento infatti dei sacchetti in plastica, vista la loro straordinaria leggerezza e duttilità, i supermercati non ci pensarono due volte e già negli anni ’80 le compagnie più grandi e conosciute si servivano esclusivamente di sacchetti di plastica. Per avere maggiori informazioni sulla completa storia del sacchetto, consigliamo di visitare le pagine Wikipedia, sia per le buste di carta , sia per un più approfondito excursus sul sacchetto di plastica. Tuttavia, Thulin non poteva certo prevedere che la sua invenzione così geniale portasse ad effetti negativi, primo fra tutti quello dell’inquinamento: l’idea dell’ingegnere svedese era difatti opposta, in quanto egli lo considerava un prodotto indistruttibile, da poter riutilizzare all’infinito, riducendo al minimo gli sprechi. Il fatto che la produzione dei sacchetti in plastica fosse così economica e conveniente, ha dato via ad un boom produttivo difficile da mettere a freno, con devastanti ripercussioni negative sull’ecosistema marino: basta pensare alla cosiddetta isola di plastica nell’Oceano Pacifico, o alle migliaia di rifiuti che si accumulano sulle nostre spiagge, per capire la gravità della questione.
Le nuove direttive e l’arte del riciclo
Così, per cercare di limitare il più possibile i danni di un problema sempre più grande, nel 2015 è uscita una direttiva europea che impone l’utilizzo all’interno dei supermercati di sacchetti biodegradabili anziché di plastica. Un piccolo primo passo in direzione della salvaguardia dell’ambiente che però ha fatto molte volte discutere: le borse in plastica, infatti, se da un lato sono molto resistenti e quindi impiegano tempi lunghissimi per decomporsi, dall’altro tuttavia necessitano di pochissima energia per essere prodotti, a differenza di quelle di cotone che richiedono una continua idratazione dei campi, o delle buste in carta, che comunque sono molto più impattanti sull’ambiente.
Non vi è quindi una soluzione immediata ed efficiente, e nemmeno un materiale nettamente meno inquinante dell’altro: per questo la risposta più concreta sarà quella di cercare il più possibile di riutilizzare le buste, siano esse biodegradabili, di cotone, di carta e così via. Senza dubbio il primo requisito nell’ottica del riciclo sarà l’ottima qualità della materia prima: un sacchetto resistente e ben fatto potrà infatti essere riutilizzato molte più volte di una busta di scarsa qualità.
Elvicart: qualità dei materiali e impronta ambientalista
L’azienda milanese Elvicart, nata nel 1993 per rispondere alle sempre più nuove e diverse necessità del mercato dei sacchetti, è ad oggi specializzata nella produzione di borse di qualsiasi materiale, forma e colore. La maestria dei suoi artigiani, unita al sapiente utilizzo dei materiali, ha fatto di Elvicart un’azienda leader nella realizzazione di shoppers di ogni tipo: dalla carta di lusso come quella plastificata lucida e opaca a quella riciclata, dalle buste in plastica di diversa densità ai sacchetti in cotone, tnt e poli, fino ad arrivare alle scatole speciali e agli accessori per l’imballo. Lavorando nel totale rispetto dell’ambiente, Elvicart propone materiali che vengono modellati seguendo meticolosamente le norme europee, filtrando al massimo le emissioni in atmosfera. L’azienda milanese sensibilizza fortemente sul tema dell’inquinamento da plastica, e così sta adottando misure sempre più ecofriendly, facendosi in questo modo portatrice di un senso di responsabilità verso l’ambiente circostante e la salute del pianeta davvero ammirevole.
Elvicart ha perciò introdotto i sacchetti in tessuto personalizzati, che le aziende potranno così andare a sostituire a quelli in carta o plastica, senza rinunciare ad avere un prodotto che porti il proprio logo ed il proprio nome nel mondo. Un trend, quello della green economy, che vede l’Italia in testa alle classifiche: sorprendentemente, il nostro paese sta prendendo molto a cuore la questione dell’inquinamento e sta investendo sempre più risorse per ridurre l’impatto ambientale delle aziende. La scelta dei sacchetti in tessuto si sposa anche perfettamente con la moda del momento, la quale propone sempre più tote bags in tessuto come accessorio vintage, per un look easy e informale. Un successo chiaramente ottenuto anche dalla loro grande robustezza, che permette di trasportare pesi non indifferenti senza mai strapparsi nè rompersi.
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